Chiesa, Teologia, Cardinale Maury, Antico Ritratto, Stampa d'Epoca, Litografia Riccio
Valore stimato —€97.3
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IL CARDINALE MAURY
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Interessante edizione antica e d'epoca,
espressivo ritratto del noto cardinale francese Maury,
stampa originale litografica eseguita dall'artista litografo napoletano Riccio;
misura circa cm. 10,5x11 (la sola parte figurata), su foglio di circa cm.21x14,5; stampa litografica edita in origine quale illustrazione nel testo di un noto periodico (napoletano?) della metà dell'800 (1842); unico foglio, così ancora come estratto dal periodico dell'epoca, con scritte impresse marginalmente anche al recto e su tutto il verso.
DI INTERESSE STORICO-LOCALE, COLLEZIONISTICO, DEVOZIONALE, DECORATIVO
Discreta conservazione generale, segni e difetti d'uso e d'epoca, sparse fioriture e gore e sgualciture e usuali difetti vari marginali e così come visibili nelle immagini allegate;
stampa meritevole anche di essere inserita sotto passpartout ed incorniciata.
(l'immagine allegata raffigura un particolare dell'intero foglio, ossia la sola parte figurata escluse le parti scritte, eventuali ulteriori informazioni a richiesta)
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dal web: wikipedia
Jean-Siffrein Maury (Valréas, 28 giugno 1746 – Roma, 10 maggio 1817) è stato un cardinale e arcivescovo cattolico-francese.
Nacque a Valréas il 28 giugno 1746.
Il 24 aprile 1792 fu eletto arcivescovo titolare di Nicea.
Papa Pio VI lo elevò al rango di cardinale nel concistoro del 21 febbraio 1794. Nello stesso giorno fu trasferito alla diocesi di Montefiascone e Corneto, conservando il titolo arcivescovile. Il 12 settembre dello stesso anno ebbe il titolo della Santissima Trinità al Monte Pincio.
Inizialmente era apertamente schierato dalla parte monarchica, tanto che fu prima agente di Luigi XVIII, quando ancora era conte di Provenza, poi fu nominato dallo stesso Luigi XVIII ambasciatore presso la Santa Sede.
Nel 1801 Napoleone Bonaparte lo esiliò da Roma, per il suo atteggiamento contrario alla negoziazione del concordato. Si ritirò quindi nella sua diocesi di Montefiascone e Corneto.
Il suo passaggio nelle file bonapartiste è segnato dalla lettera di felicitazioni che indirizzò all'imperatore il 22 agosto1804. Nell'aprile dell'anno successivo incontrò Napoleone a Genova. Ottenne negli anni successivi nomine importanti da parte dell'imperatore, fra cui quella a senatore, alla Legion d'onore e all'Académie française (da cui era stato estromesso nel 1803 e sarà nuovamente espulso nel 1816).
Il 14 ottobre 1810 un decreto imperiale lo nominò arcivescovo di Parigi, dopo la rinuncia dello zio di Napoleone il cardinale Joseph Fesch. Il 1º novembre dello stesso anno accettò l'arcivescovato e prese possesso della sede, meritandosi un'amareggiata lettera di papa Pio VI che lo invitava a rinunziare, per salvaguardare la libertà della Chiesa. Sordo ai richiami del Pontefice, volle assumere il governo dell'arcidiocesi che gli era stato esplicitamente proibito e anzi fece arrestare il vicario generale, che gli si opponeva.
Nel 1811 prese parte attiva nel Concilio nazionale della Chiesa gallicana.
Nel 1814, mutati i tempi, si associò alla risoluzione del capitolo della cattedrale a favore della deposizione di Napoleone. Tuttavia, il 13 maggio dovette rassegnare le dimissioni e il 18 maggio dovette lasciare Parigi, per sfuggire all'ira di Luigi XVIII che era asceso al trono. Tornò quindi a Roma, dove papa Pio VII si rifiutò di riceverlo in udienza, gli proibì di frequentare le riunioni dei cardinali e gli tolse la diocesi di Montefiascone e Corneto, affidandola ad un amministratore apostolico. Nel 1815 fu imprigionato per quattro mesi, dopodiché ottenne il perdono del Papa e la riconferma della dignità cardinalizia. Nel 1816 si dimise da vescovo di Montefiascone e Corneto. Trascorse gli ultimi anni della sua vita in forma molto riservata.
Morì il 10 maggio 1817 all'età di 70 anni.