Storia, Chiesa, Papato, Papa Giovanni Primo, Antico Ritratto, Siena, Chiusdino, Ravenna

Valore stimato —139.3

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GIOVANNI PRIMO

 



Interessante antica edizione,

bella e suggestiva raffigurazione di un antico pontefice;

incisione originale antica, all'acquaforte e xilografica (praticamente una doppia incisione essendo state utilizzate due matrici, una in rame per il ritratto vero e proprio, e una in legno per la cornice che contorna il ritratto); in origine incisione edita quale tavola illustrativa nel testo di una pubblicazione specialistica, probabilmente della fine del '500;

 misura circa cm.16x13 (la sola parte figurata), su foglio di circa cm.22x16 (l'intero foglio, compresi i margini bianchi rifilati diseguali); databile alla fine del XVI sec.;

con stemma araldico pontificio impresso in alto a destra.

 


 

DI INTERESSE ARTISTICO, SPECIALISTICO, ARALDICO, COLLEZIONISTICO

Buona conservazione generale, segni e difetti d'uso e d'epoca, sparse fioriture e gore e sgualciture e difetti vari marginali, unico foglio impresso al recto e con scritte impresse al verso, incisione ben impressa e di ottima qualità artistica,

stampa meritevole di essere inserita sotto passpartout ed incorniciata.

(l'immagine allegata raffigura un particolare dell'intero foglio, eventuali ulteriori informazioni a richiesta)

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della stessa serie sono anche disponibili i ritratti (stessa epoca di stampa e stesse dimensioni), relativi a numerosi altri antichi pontefici, e tra i pontefici di nome GIOVANNI:

GIOVANNI PRIMO, GIOVANNI SECONDO, GIOVANNI TERZO, GIOVANNI QUARTO, GIOVANNI QUINTO, GIOVANNI SESTO, GIOVANNI SETTIMO, GIOVANNI OTTAVO, GIOVANNI NONO, GIOVANNI DECIMO, GIOVANNI UNDICESIMO, GIOVANNI DODICESIMO, GIOVANNI TREDICESIMO, GIOVANNI QUATTORDICESIMO, GIOVANNI QUINDICESIMO, GIOVANNI SEDICESIMO, GIOVANNI DICIASSETTESIMO, GIOVANNI DICIOTTESIMO, GIOVANNI DICIANNOVESIMO, GIOVANNI VENTUNESIMO

(eventuali ulteriori informazioni a richiesta; ovviamente la presente offerta in asta riguarda esclusivamente l'incisione sopra descritta relativa al papa Giovanni I°)

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Giovanni I (Siena ?, ... – Ravenna18 maggio 526) fu il 53º papa della Chiesa cattolica, che lo venera come santo e martire. Il suo regno durò dal 13 agosto 523 alla sua morte.


Toscano di nascita, secondo alcune fonti era di Siena[1], secondo altre, invece, era nato nel castello di Serena, presso Chiusdino(SI) [2], era figlio di un certo Costanzo.

Già molto anziano e fragile, fu elevato alla dignità di vescovo di Roma sette giorni dopo la morte di Papa Ormisda, il 13 agosto 523. Poiché il suo Bullarium contiene solamente due lettere indirizzate rispettivamente ad un certo arcivescovo Zaccaria e ai vescovi d'Italia e poiché, molto probabilmente, entrambe sono apocrife, non sappiamo nulla del suo modo di amministrare. Le uniche informazioni di cui siamo in possesso su di lui, anche se molto vaghe, riguardano un suo viaggio a Costantinopoli, un viaggio che sembra avere avuto risultati di grande importanza e che fu la causa della sua morte.

Nel 523, l'imperatore bizantino Giustino I, nel suo zelo per l'ortodossia cristiana, aveva promulgato un severo editto contro gli arianid'oriente, costringendoli, fra le altre cose a restituire ai cattolici le chiese che avevano occupato. Teodericore degli Ostrogoti e d'Italia, difensore convinto dell'arianesimo, si risentì per queste misure dirette contro i suoi correligionari. Fu inoltre dispiaciuto nel vedere i progressi verso una comprensione reciproca tra la Chiesa di Roma e quella di Costantinopoli, vedendola come una forma di segreto dialogo tra i senatori romani e la corte bizantina per la restaurazione dell'autorità imperiale in Italia.

Agli inizi del 525, per fare pressione sull'imperatore e costringerlo a moderare la sua politica di repressione nei confronti degli ariani, Teoderico gli inviò un'ambasciata composta da ecclesiastici e senatori romani: Ecclesio, vescovo di Ravenna, Eusebio, vescovo di Fano, Sabino, vescovo di Capua, i senatori Teodoro, Importùno ed Agàpito, il patrizio Agàpito Conti [3]. Papa Giovanni fu costretto, sotto la minaccia di una rappresaglia nei confronti dei cattolici d'occidente, ad assumersi la responsabilità dell'ambasciata. Teoderico gli impose anche un secondo compito: fare in modo che l'imperatore ritirasse l'Editto del 523 e (se prestiamo fede all'Anonimo Valesiano) di esortarlo a far ritornare all'arianesimo gli ariani convertiti.

Sono state formulate molte ipotesi sul ruolo svolto da Giovanni I in questa vicenda. Le fonti di cui disponiamo per studiare l'evento non sono molto esplicite e possono essere ridotte a quattro: l'Anonimo Valesiano; il Liber Pontificalis; l'opera di Gregorio di Tours Liber in gloria martyrum; ed il Liber Pontificalis Ecclesiae Ravennatis di Andrea Agnello. Ad ogni modo, il papa poteva solo usare le arti della diplomazia verso Giustino di Bisanzio. Se fosse entrato nel merito della controversia teologica, infatti, non avrebbe potuto che condannare le tesi ariane, secondo le quali "ci fu un tempo in cui il Figlio non c'era". Che quest'analisi della situazione fosse corretta è evidenziato dal trattamento che fu concesso al papa quando giunse in Oriente, un ricevimento che certamente non sarebbe stato così sontuoso se gli ambasciatori romani si fossero opposti alla lotta intrapresa dall'imperatore contro gli ariani. Per poter vedere Giovanni I, gli abitanti di Costantinopoli si radunarono sulle strade in gran massa. Giustino, per omaggiarlo, quando lo incontrò si prostrò, e, poco tempo dopo, si fece incoronare dal papa. Tutti i patriarchi orientali fecero a gara nel manifestare la loro comunione nella fede col pontefice; solamente Timoteo IV di Alessandria, che già si era mostrato ostile al Concilio di Calcedonia, si tenne a distanza. Infine, il papa, esercitando il suo diritto di precedenza su EpifanioPatriarca di Costantinopoli, officiò solennemente nella Basilica di Santa Sofia la Messa pasquale seguendo il Rito latino (19 aprile 526). Subito dopo fece ritorno a Roma.

Se l'accoglienza di Giovanni I da parte dell'imperatore, del clero, e dei fedeli d'oriente prova come il suo ruolo di pastore supremo della Chiesa fosse pienamente riconosciuto, il sentimento fortemente contrariato che mostrò Teoderico al suo ritorno è una prova altrettanto evidente del fatto che il re ostrogoto considerasse il pontefice un avversario, se non un nemico. Il monarca, infuriato nel vedere la fazione nazionalista che riprendeva vigore in Italia, si era appena macchiato le mani del sangue di Boezio, il grande filosofo, e di Simmaco suo suocero. Il re ostrogoto, inoltre, esacerbato nei confronti del papa la cui ambasciata aveva ottenuto un esito molto diverso da ciò che egli desiderava e che, inoltre, sospettava che favorisse i difensori dell'antica libertà di Roma. Non appena Giovanni, di ritorno dall'oriente, sbarcò in Italia, Teoderico lo fece arrestare ed incarcerare a Ravenna. Fiaccato dalle fatiche del viaggio, e sottoposto a severe privazioni, Giovanni morì poco tempo dopo in prigione. Secondo la tradizione, spirò il 18 o il 19 maggio del 526.

Il suo corpo, dopo quattro anni, fu traslato a Roma e sepolto sotto il pavimento della Basilica di San Pietro. Nel suo epitaffio non ci sono allusioni al suo ruolo storico.


La Chiesa Latina lo annovera fra i suoi martiri, e lo commemora il 27 maggio, la nona lezione del Breviario romano, in quella data gli è dedicata. Viene venerato sia a Ravenna che in Toscana. Nell'iconografia, Giovanni I viene raffigurato come un uomo che guarda dalle sbarre di una prigione, o imprigionato con un diacono e un suddiacono.

Dal Martirologio Romano:

« 18 maggio - A Ravenna il natale di san Giovanni primo, Papa e Martire, che dall’Ariano Re d’Italia Teodorico fu colà chiamato con inganno, e dove, a lungo torturato nel carcere per la fede ortodossa, finì di vivere. La sua festa si celebra il ventisette di questo mese, giorno nel quale il suo sacro corpo, trasportato a Roma, fu sepolto nella Basilica di san Pietro, Principe degli Apostoli.

27 maggio - San Giovanni primo, Papa e Martire, il cui giorno natalizio si commemora il diciotto di questo mese, ma la sua festa si celebra specialmente in questo giorno, per la traslazione del suo corpo. »

Non è certo se la chiesa di San Giovanni un tempo esistente a Chiusdino, da taluni storici ritenuto suo paese natale, e distrutta durante la guerra di Siena, nel 1555, sia stata dedicata a lui piuttosto che a San Giovanni Battista. (dal web, wikipedia)

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